Il titolo del post rifà il verso ad un format diffuso su Instagram, cittadini che postano video sui lati controversi della vita urbana. Auto bruciate o vandalizzate, cassonetti rovesciati o trasformati in falò ed episodi di inciviltà di vario genere sono una realtà con cui fare i conti ma sono soprattutto, a mio avviso, una espressione di disagio da non ignorare, ascoltare semmai. Cosa c'è dietro a tutta questa crescente violenza? Facciamo un passo indietro e chiediamoci se ognuno di noi danneggerebbe la sua macchina oppure il parco dove giocano i propri figli. Inverosimile. Chiediamoci anche come mai sempre più giovani compiono questi gesti incivili. Le scuole invece di dedicare il proprio risicato budget a migliorare la fatiscente edilizia scolastica sono costrette a investire in sicurezza per fronteggiare atti vandalici e furti. La missione delle scuole è forgiare cittadini ma è evidente che questa finalità si è persa nel tempo tra una riforma e l'altra. Il disagio è cresciuto indisturbato, una comunità di persone che sfogano la propria angoscia in un mondo senza prospettive contro tutto e tutti. Spaccare una panchina oppure un banco di scuola è soprattutto danneggiare la propria comunità ma è qui il problema ovvero non sentono di appartenere al luogo dove vivono. Essere cittadini significa proprio appartenenza e responsabilità. Le leggi ci sono già, inasprire le pene non è una risposta adeguata. Ricominciamo dalle scuole con programmi di educazione civica seri, ricominciamo dai quartieri insieme alle tante associazioni che insegnano con il loro impegno cosa significa essere cittadini ogni giorno.
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