Tra le pagine del libro di Guccini(*) che sto leggendo si respira la nostalgia per l'Italia dei borghi con una sua cultura identitaria che sta svanendo: strade non più utilizzate che scompaiono lasciando il passo alla natura e lo spopolamento lento ma inesorabile. La pandemia ha mostrato lo svantaggio dell'inurbamento, i virus trovano nella città le condizioni ideali per prosperare. In passato la fuga fuori dal contesto urbano era la soluzione come nel Decamerone di Boccaccio. Durante il lockdown, grazie al wi-fi, molti hanno continuato a lavorare a casa,riducendo le possibilità di contagio. Il destino dell'Italia dei borghi non è ancora scritto a patto che si offrano servizi tarati sulle caratteristiche del territorio, avvalendosi anche delle nuove tecnologie per creare comunità non isolate ma coese.Diventare una alternativa nel mercato immobiliare senza consumare altro suolo. Combinare le opportunità offerte dalla rete (smartworking,DAD,telemedicina, amministrazione pubblica on line,etcetera) al fattore umano per dare vita ad una vita sociale che non deve limitarsi al turismo estivo ma diventare routine.L'Italia dei borghi ha ancora molto da dare ma senza una regia svanirà presto,troppo presto.
(*) Francesco Guccini, "Tralumescuro.Ballata per un paese al tramonto",Scrittori Giunti,2019
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