Qualche giorno fa un blackout di pochi minuti nel mio quartiere ha messo in luce una fragilità di sistema della nostra quotidianità ovvero la dipendenza dal fabbisogno energetico. Ogni azione umana dal lavoro allo studio si basa sempre di più sull'uso di oggetti che per funzionare hanno bisogno di elettricità come il portatile su cui sto scrivendo in questo momento. Il settore dell'edilizia propone oggi edifici virtuosi sul piano dei consumi ma le nuove costruzione sono solo una piccola percentuale mentre stenta molto a farsi strada la necessità di adeguare i vecchi edifici nonostante i superbonus. Un esempio? Nel condominio in cui ho abitato negli ultimi 15 anni adattare l'edificio per fare calare le bollette non era una priorità, il costo ed i disagi che un cantiere comporta hanno fatto naufragare qualsiasi iniziativa. Le motivazioni nascono dalle incertezze economiche nelle famiglie, accentuate dalla pandemia, ma anche dal disinteresse, soprattutto dalla popolazione anziana, nei confronti del tema che preferiscono lasciare alle nuove generazioni. I superbonus non sono la soluzione per rinnovare il patrimonio urbano ma intervenire sul comprensibile ostruzionismo di generazioni che non vedono oltre l'oggi è la chiave per intervenire perchè non possiamo più permetterci città di classe G.
Esempio edificio ad uso abitativo classe energetica G foto by Arch. G. Cammarota |
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