" Mamma cosa farò da grande? " domanda a cui è difficile rispondere in questo periodo di crisi. Ho ripensato a cosa volevo fare io alla sua età e la verità è che pensavo solo a giocare. Alle scuole medie mi sono posta il problema per la prima volta, volevo fare l'infermiera come la popolare protagonista di un cartone giapponese di allora. Quando ho scoperto che lavorano anche di notte ho capito subito che non faceva per me!Prima di andare alle superiori mi piaceva l'idea di diventare giornalista perchè mi è sempre piaciuto scrivere.Non ero convinta però. Io ho capito che amavo il disegno alla fine delle elementari ma nessuno in famiglia aveva colto la mia inclinazione, incoraggiavano piuttosto la mia predisposizione per le lingue straniere su indicazione degli insegnanti.Fare il liceo linguistico sembrò la cosa più logica per tutti. La passione per la creatività non si era spenta però. Un giorno la mia Professoressa di Storia dell'arte al liceo mi disse che ero quel tipo di persone che non rimane mai senza idee. Intuizione azzeccata. Dopo la maturità scelsi architettura perchè un architetto non si distingue dalla capacità di disegnare, basta esercitarsi e tutti ci riescono, ma piuttosto per le soluzioni che inventa.
Tutto questo mi ha fatto pensare al percorso, non sempre lineare, che ognuno di noi fa per trovare il proprio posto nel mondo.
Perchè non disegnare quello dei nostri figli?
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