Ho ereditato dalla mia nonna paterna un dipinto che ritrae una scena urbana notturna, probabilmente ispirata al dopoguerra americano. Non so nulla dell'autore. Il titolo ,"Giungla al neon", sottolinea un elemento distintivo della città ovvero la illuminazione notturna diffusa ma racconta anche del lato in ombra degli agglomerati urbani attraverso le scelte cromatiche e l'umanità ritratta nella scena che sembra persa nella notte. Dalla rivoluzione industriale in poi la città ha rappresentato una forte spinta attrattiva che non si è ancora esaurita. Lavoro, opportunità e servizi sono essenzialmente le ragioni che ci spingono a sceglierla come luogo dove vivere e guadagnare. Ma oggi è ancora così? La pandemia ha ridefinito priorità e bisogni dell'uomo in modi impensabili fino a poco tempo fa, slegando il luogo dove vivere e lavorare ma anche dando un valore alla qualità dell'aria che respiriamo ed alla qualità di vita inteso come ritmi e salute. Molti si sono licenziati per vivere un piano B che non sapevano di cercare. Le luci della città hanno smesso di attrarci dunque? Non credo ma stiamo vivendo indubbiamente una fase di transizione con meno certezze ma anche una grande opportunità di cambiamento, positivo o negativo dipenderà dalla capacità di ascolto per intercettare i reali bisogni di ognuno di noi.
Sandro,"Giungla al neon" (1953) olio su tela foto by archigeaLab.blogspot.it |
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