Sono passata casualmente davanti alla scuola materna che ho frequentatato da piccola(*) , la mia esperienza è stata serena con tanti bambini e giochi in un edificio interessante sul piano architettonico. Io appartengo alla famigerata generazione X ed, essendo mia madre casalinga, ho avuto accesso solo all'anno che precede all'ingresso nel ciclo scolastico, mia figlia è una millenial ed ha avuto la possibilità di frequentare sia il nido che la materna nonostante io non lavorassi. Lascio ai sociologi il dibattito donna-lavoro-figli ma vorrei porre un problema che si sta delineando ovvero la denatalità che cresce e l'adeguamento della offerta formativa. Non è solo una questione di programmi scolastici ma anche un patrimonio di edifici che deve adattarsi ad alunni in calo, dispersione scolastica e docenti in via di pensionamento senza certezza di essere rimpiazzati da personale competente. Premesso che non può più essere una opzione essere costrette se essere madri o lavoratrici come scriveva il grande Rodari (*), bisogna cominciare a ripensare l'esistente per il domani. Costruire edifici ex novo o riconvertire edifici, DAD o presenza, continuare su questa linea o sperimentare come fanno altri paesi europei: queste sono domande che bisogna porsi oggi per costruire il futuro.
(*)https://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola/istituti/BO1A12300P/caterina-de-stefani/
(**)https://100giannirodari.com/gianni-rodari-perche-la-mamma-deve-lavorare/
Foto Scuola Dell'Infanzia Comunale Caterina De Stefani by archigeaLab.blogspot.it |
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