" Il termine ''prossemica'' (dall'ingl. proxemics, neol. da prox- del lat. proximus, ed −emics come in phonemics), coniato da E. T. Hall (1963), designa una branca della semiotica che si occupa dell'uso che le varie culture fanno dello spazio e delle distanze spaziali connesse all'interazione comunicativa interpersonale."
fonte : https://www.treccani.it/enciclopedia
Le nostre città sono spesso più frutto di logiche commerciali che della ricerca di relazioni armoniche tra l'individuo e lo spazio in cui abita: strade su cui si affacciano condomini affastellati pur di monetizzare ogni centimetro quadrato, piazze piegate alla capacità attrattiva di bar e ristoranti, piani urbanistici senza una visione di lungo periodo ma solo capaci di intercettare le esigenze del presente. L'Occidente ha dimenticato l'uso delle proporzioni nè abbiamo appreso il sapiente uso del vuoto dell'Oriente. L'etimologia del verbo "progettare"(*) ovvero dal francese. projeter e dal latino tardo proiectare( ‘gettare avanti’) fa comprendere come la lungimiranza sia una caratteristica essenziale per uno spazio abitativo. La relazione ottimale tra individuo e l'ambiente con cui si relazione dovrebbe essere la conditio sine qua non invece che un casuale risultato. Rivalutare la prossemica non solo nei bandi di concorso ma anche nell'attività progettuale ordinaria è un salutare vaccino contro città abbruttite e qualità della vita bassa.
(*)https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/progettare/
Mappa della città di Venezia del 1831
fonte https://artepassioneblog.wordpress.com/2017/09/14/la-piazza-tra-i-campi/
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