“Cercare e saper riconoscere chi e cosa,
in mezzo all'inferno, non è inferno,
e farlo durare, e dargli spazio”
Le Città Invisibili di Italo Calvino
Lo scrittore Italo Calvino aveva immaginato tante città ed in ognuna si può trovare un pezzo delle città contemporanee. Se dovessi pensare alla mia città invisibile credo che l'elemento centrale sarebbe sicuramente il ritmo che caratterizza soprattutto le metropoli urbane. Partiamo dal concetto di qualità di vita e diventa subito chiaro che si tratta essenzialmente di un compromesso che ogni cittadino urbano subisce, più opzioni lavorative e servizi ma salute minacciata dall'inquinamento oltre che da giornate lavorative frenetiche. Non è un caso che le generazioni di questo secolo sembrano sempre più insofferenti, non accettano supinamente lo status quo ma cercano di forzare un sistema dato per assunto come un assioma di scolastica memoria. Se la scuola è il luogo in cui si forgia il futuro sarebbe opportuno rivedere, per esempio, il sistema con un approccio olistico a partire dall'orario che andrebbe scaglionato in base all'età e favorendo l'affrancamento dai genitori che affollano il traffico cittadino ogni giorno. Il mercato del lavoro è la cartina di tornasole di un sistema iniquo senza ricaduta positiva apprezzabile sulla società, orari sempre più pressanti e stipendi insufficienti per un numero di persone in crescita. Il disagio in aumento ne è il prodotto letale. Rallentare il ritmo quotidiano, personalizzare e non standardizzare in protocolli avulsi dalla umanità per cui sono stati pensati. Cerchiamo insieme ciò che "non è inferno in mezzo all'inferno" e costruiamo un ritmo cucito sulle esigenze dei cittadini. Incominciamo ad immaginare la nostra città invisibile come Calvino.
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fonte immagine https://designdautore.blogspot.com/2013/09/a-sidney-le-lumache-multicolor-invadono.html
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